Oggi ho deciso di parlarvi di una vettura che è stata mia compagna fino a qualche mese fa, l’ Audi S3 8p, versione prodotta dal ’06 al ’08. Quella pre-restyling, tanto per capirci. Acquistata nel 2013 per una cifra davvero irrisoria, considerati lo stato e il chilometraggio della vettura, mi è subito piaciuta, affascinante e con un tocco quasi “vintage”. Rispetto al restyling mi dava l’ idea di essere molto più vissuta e cattiva; quei fari xenon vecchio stile, mi riportavano indietro nel tempo, facendomi pensare alle Audi anni ’90. Gli interni erano davvero ben rifiniti e la pelle abbondava ovunque. Rispetto ad altre vetture a cui ero abituato la plancia mi sembrava minimale e lussuosa al tempo stesso, forse l’ unico punto debole era la pelle dei sedili, leggermente rovinata sui fianchetti laterali. Una pecca, probabilmente imputabile al precedente proprietario, non troppo attento alla manutenzione.
Il volante mi colpì subito: le dimensioni
erano ideali, permetteva un’ impugnatura facile e sicura, anche grazie alla circonferenza della corona. Uscii di nuovo a guardarla, a guardarla negli occhi. Un mix di cattiveria e tristezza, ecco le sensazioni che mi trasmetteva. Quel frontale era aggressivo, molto più di quello post restyling, ed era proprio questo uno dei motivi principali che mi aveva spinto a scegliere proprio lei.
Ritornai in macchina, sistemai il sedile e girai la chiave, naturalmente dopo aver premuto la frizione… si, perché la S3 non si accende come le altre auto, bisogna premere la frizione e poi girare la chiave.
Ecco, il sound del 2.0 litri turbo da 265 cavalli spazzò via il silenzio, come le onde del mare in tempesta sommergono la sabbia sulla riva. Era mattina presto e, come da tradizione, mi recai nel Canton Ticino , per un giro dei passi svizzeri: dal Lucomagno fino al San Gottardo, attraversando la Furka e l’ Oberalpass, sconfinando nel cantone di URI. Paesaggi davvero unici in Europa, contornati da strade divertentissime e coinvolgenti che portano su in vetta, fino a più di 2.000 metri.
Notai subito l’ efficacia della trazione, mi dava la sensazione di tenere la macchina incollata al terreno e di aumentare in modo esponenziale il grip della vettura in curva. Certo, stiamo parlando della “famosa” trazione Quattro con Haldex, in questo caso di 4* generazione, poco apprezzata dai puristi e amanti delle vere 4×4. Forzando un po’ in curva, era evidente un leggero sottosterzo, recuperabile con le adeguate correzioni.
Sicuramente l’ organo più importante ed efficiente di questa vettura era il cuore, alias 2.0 TFSI. Esatto, il motore era il punto forte della S3; sprigionava ben 265 cavalli e 350 nm di coppia, che, anche grazie alla trazione Quattro, le permettevano uno scatto da 0-100 in soli 6 secondi. Già dai 2.000 giri si sentiva il turbo iniziare a lavorare, per poi proiettarmi in avanti con una spinta continua fino ai 5.500 giri. Questo propulsore era un vero gioiello e, se siete dei patiti delle elaborazioni, con pochi soldi potrete spremerlo a dovere. Dopo una giornata insieme a lei, tra montagne, curve, pioggia e passi innevati, me ne ero totalmente innamorato. Tornato a casa, le diedi un’ ultima occhiata, guardai di nuovo quel frontale così arrabbiato e, ripensando alla giornata trascorsa, mi scappò un sorriso.
Ora, dopo avervi raccontato questa mia giornata in compagnia della S3, mi permetto di darvi un consiglio.
Se cercate una vettura prestante, comoda, ben rifinita e con un look aggressivo, la S3 è la vettura che fa al caso vostro. Con circa 15.000€ potrete aggiudicarvi un esemplare non troppo chilometrato, ben tenuto e con tutti gli accessori che più vi aggradano. Sicuramente non ve ne pentirete e lei saprà ripagarvi facendovi divertire e regalandovi tante soddisfazioni.